CONTROLLO EMISSIONI INCENERITORI E CEMENTIFICIO DI COLLEFERRO
EP SISTEMI MOBIL SERVICE ITALCEMENTI
Bookmark and Share

17 novembre 2009

Diossina ad Anagni!


Fonte: http://anagni.blogolandia.it

Complimenti a tutti, ragazzi.
Ce l’abbiamo fatta, finalmente.
Ora abbiamo l’analisi definitiva. Anzi. La madre di tutte le analisi. Il conto alla rovescia si è finalmente avviato. Il verdetto, lo dico per i puri di cuore, è sconvolgente.

Una specie di condanna a morte. Diossina. Se ne avete il coraggio andate a cercarvele, le notizie sulla diossina. Altro che rilancio turistico. Altro che valorizzazione delle colture locali. Siamo al deserto futuro prossimo. La diossina è entrata in circolazione. Adesso, davvero, si salvi chi può.
La faccio breve, perchè c’è davvero poco da dire. E sarà meglio cominciare a risparmiare un po’ di fiato, d’ora in avanti. La diossina è intorno a me mentre vi scrivo queste cose. La diossina è intorno a voi mentre leggete il giornale in poltrona. Mentre fate la spesa al supermercato. Mentre i vostri figli alzano la mano per rispondere alla domanda della maestra. Mentre vi fate due risate con un amico, al bar, davanti ad una tazzina di caffè.
Ma, finchè non cominceremo ad alzare davvero la voce. Finchè non ricominceremo a prendere in mano il controllo della nostra vita. Finchè non faremo capire che, davvero, non ne possiamo più. Continueranno le manfrine. E noi staremo sempre peggio.
Manfrina indegna quella del sindaco. Supremo responsabile della nostra salute pubblica. Che, di fronte ad una risposta inequivocabile, viene a dirci che, innanzi tutto, rimane in attesa anche di altre analisi. Come se queste non fossero, già di per sè, sufficientemente sconvolgenti. Poi aggiunge, credendo di far bene ma rendendosi davvero solo ridicolo, che le analisi parlano di diossina ma escludono altri metalli pesanti. Un po’ come se la mamma, al figlio, facesse una carezza e dicesse: «Bevilo, sto latte. E’ vero, c’è un po’ di merda. Ma stai tranquillo: non c’è piscio!». Tra tanti dottori politicamente impegnati, se ne troverà qualcuno capace di fare qualcosa, di concreto, per i cittadini?
Manfrina indegna quella dei Marangoni boys. I quali, senza che nessuno abbia pronunciato neppure le sillabe Ma-ran, se ne escono con l’ennesimo comunicato. Oramai, appena qualcuno si accende una sigaretta, si trova sotto il naso un comunicato dei Marangoni boys che dice, in sostanza, che: (a) loro hanno lottato per mantenere il posto di lavoro; (b) loro lotteranno per mantenere il posto di lavoro; e che (c) in definitiva, la sigaretta produce più nerofumo del termocombustore.
Ma, naturalmente, neppure una parola, dicasi una, hanno speso per gli ispettori dell’Arpa costretti a chiamare i Carabinieri per poter svolgere il loro lavoro. Hanno sentito? Ne hanno cognizione? Risulta loro? Perchè questi ispettori non son stati fatti entrare? Chi ha preso questa decisione, seduta stante? Che hanno fatto i Marangoni boys, dentro l’impianto, in quell’ora buona che son rimasti asserragliati dentro? Perchè non ho letto di nessuno che abbia pressato l’azienda a rispondere a queste domande semplicissime? Maggioranza? Opposizione? Ma per favore.
I destri? Dov’è quel giovincello, bravissimo a diffondere comunicati per chiedere i confini elettrificati, la videosorveglianza del cesso di casa, la pena di morte per pubblica lapidazione in nome della sicurezza. Ebbene? La sicurezza ambientale non lo riguarda? Non è affar suo? Ahimè. Purtroppo è affar nostro.
I sinistri? Peccato davvero essersi offesi, nel consiglio comunale dedicato. Così si è persino evitato di controfirmare un documento congiunto di opposizione al termocombustore car-fluff. Risolto ogni imbarazzo? E a proposito di imbarazzi. Chiaro e semplice fu il consigliere Romiti al riguardo: «Se accertato, neanche 1.000 posti di lavoro in cambio di un solo morto!». Sottoscrivo. Allora si potrebbe iniziare a chiedere spiegazioni a chi di dovere. Si potrebbe cominciare ad organizzare la gente. Si potrebbe cominciare a parlarne. Insomma. Si potrebbe cominciare a dare un senso al ruolo istituzional-politico che si ricopre.
In città gira ancora qualcuno che, sorridendo, ti dice: «Ma i valori son comunque bassi. Esagerato». Bè, ragazzi, mi dispiace tanto tanto rompere le vostre belle, piccole ed assolutamente inutili certezze piccolo-borghesi. Ma i cosiddetti limiti accettabili sono una convenzione fasulla. Non esiste alcun livello di tollerabilità, scientificamente parlando. Un veleno rimane tale. Senza scampo. Tragicamente efficace nel tempo. E’ qualcosa di diverso dalla bomba atomica. Non lo vedi. Magari non lo senti neppure. Ma lui sta lì. C’è. Ed il problema è che, quando ti accorgi della sua presenza, è dannatamente tardi.
I Marangoni boys, mirabile dictu, parlano di accanimento. Siamo noialtri che ci stiamo accanendo contro di loro. Insomma: loro son le vittime. Sogno o son desto? Nè l’uno nè l’altro. Questo è un incubo. E’ l’incubo che è diventata la valle del Sacco. Vogliono cambiarle nome, come se un nome diverso aprisse magicamente le porte ad un altro destino. Sopratutto, ad un’altra storia.
Ma questa è la nostra, e non c’è niente da fare. Ed è una storia che, nel tempo, si è sostanziata di soprusi. Di angherie. Di passiva accettazione del peggio. Industrializzazioni selvagge e senza controlli. Connivenze varie tra interessi diversi e senza scrupoli. Classi politiche inette e servili. Popolazioni tenute al guinzaglio anche grazie ad una semplice, ma superstiziosa e clientelare, ignoranza del reale.
Potete cambiarle nome, se volete. Lo schifo resterà.
A guardia del deserto.

Nessun commento:

Posta un commento