CONTROLLO EMISSIONI INCENERITORI E CEMENTIFICIO DI COLLEFERRO
EP SISTEMI MOBIL SERVICE ITALCEMENTI
Bookmark and Share

22 dicembre 2009

CODICI: VALLE DEL SACCO, A COSA SERVE LA BONIFICA

Vi proponiamo questo comunicato stampa dell'associazione Codici sulle opere di bonifiche nella valle del sacco. La domanda di fondo è molto interessante: a cosa serve bonificare se prima non si eliminano le cause di inquinamento?


:::::::::::::::::::::::::

CODICI: VALLE DEL SACCO, A COSA SERVE LA BONIFICA SE CI
SONO ANCORA FONTI DI INQUINAMENTO?

“Abbiamo appreso dagli organi di stampa che sta per iniziare la bonifica della Valle del Sacco.
Affinché la bonifica non sia solo una perdita di denaro pubblico - commenta Valentina Coppola,
Segretario Provinciale CODICI Roma, è necessario bloccare le fonti di inquinamento, cosa che non
è ancora avvenuta e lo dimostrano le segnalazioni che lo sportello CODICI continua a raccogliere.
Difatti, le ultime misure adottate appaiono dettate da una situazione di emergenza, più che da un
piano organico per la risoluzione del problema”.
Per comprenderne i motivi, ripercorriamo cronologicamente la storia del disastro
ambientale della Valle del Sacco:

27 Dicembre 1983: la Regione Lazio conferiva ad un’impresa specializzata l’incarico della
redazione di studi di fattibilità e progettazione per la realizzazione di opere necessarie al
disinquinamento. Veniva, inoltre, realizzato un progetto per il completamento dell’impianto di
depurazione del Consorzio dell’area di sviluppo industriale di Frosinone;

1984: interrogazione parlamentare dell’On. Rauti al Ministero dell’Ambiente in ordine alla
situazione ambientale nella Valle del Sacco. A tale interrogazione, il Ministro Biondi rispose
rinvenendo la causa dell’inquinamento del fiume Sacco nel mancato allaccio del depuratore
consortile a svariati scarichi delle industrie;

1998, 1999 e 2004: Nel corso di questi anni pare siano state emesse ordinanze di bonifica da
parte delle varie giunte, evidentemente senza alcun risultato.
Con l’esplodere dell’emergenza, è stato istituito l’Ufficio Commissariale della Valle del Sacco, il cui
Commissario è Marrazzo (Presidente della Regione Lazio);
Gli ultimi sviluppi della vicenda della Valle del Sacco risalgono al 2005, in seguito alla misteriosa
morte di alcuni capi di bestiame che avevano brucato nella Valle. Gli accertamenti effettuati
sulla composizione del terreno evidenziavano l’inquinamento del terreno da betaesaclorocicloesano
in una concentrazione 2.000 volte superiore ai limiti di legge.

19 Maggio 05: con decreto n. 540 e in data 27.05.05 con decreto n. 550, la Giunta Regionale ha
fatto effettuare uno studio per il monitoraggio delle matrici ambientali e degli effetti sulla salute
della popolazione della Valle del Sacco.
Sempre in questo periodo il Governo dichiarava lo stato di emergenza socio-economico ambientale
per i Comuni di Colleferro, Segni e Gavignano (della Provincia di Roma) e di Paliano, Anagni,
Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino (della Provincia di Frosinone). Da tale stato di emergenza,
conseguiva il divieto di produzione agricola a scopo alimentare e l’attuale volontà politica di
conversione dei terreni alla produzione di biocarburanti.

2 Luglio 2005 : avveniva l’improvvisa morte di 25 mucche, che si erano abbeverate neltorrente
Rio S. Maria, affluente del Sacco. Da un’analisi delle acque emergeva un’altissima concentrazione
di cianuro, rinvenuto poi nelle vasche di decantazione e nei pozzetti dell’impianto di scarico di uno
stabilimento industriale di Anagni. Secondo quanto si apprende dalla stampa, la ditta veniva
sottoposta a sequestro dal Tribunale di Frosinone;

09 Settembre 2005 : avveniva la moria di pesci (peraltro evidenziata anche dalle analisi ARPA in
nostro possesso). Venivano sequestrate 4 aree di 2 stabilimenti industriali con rifiuti speciali
pericolosi e non, consistenti in fusti in ferro e plastica di sostanze chimiche e corrosive;
28 Aprile 2006 : con l’art. 31 legge regionale n. 4 è stato istituito un fondo unico per gli
investimenti e lo sviluppo agricolo della Valle del Sacco, le cui finalità sono di sostenere e
riqualificare l’agricoltura nell’area colpita dall’emergenza. Con tale fondo, si deve finanziare la
riconversione e riqualificazione agricola e zootecnica, la certificazione dei prodotti e le
infrastrutture rurali, la realizzazione di iniziative a favore delle aziende agricole e zootecniche
dell’area, finalizzate alla potabilizzazione e sistema di depurazione delle acque, irrigazione delle
colture ed alimentazione degli animali, mediante la concessione di contributi ai soggetti gestori
delle reti idriche operanti nell’area. Ogni anno dal 2006 al 2008 3 milioni di Euro vengono
stanziati a tal fine;

3 Marzo 2009 : notificati 4 avvisi di garanzia dal personale del Corpo forestale dello Stato di
Segni e dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Roma per il Direttore dello stabilimento
industriale della Caffaro S.r.l. di Colleferro, del Legale rappresentante del Consorzio C.s.c. di
Colleferro e del responsabile tecnico del Consorzio C.s.c. di Colleferro. Secondo gli investigatori,
sarebbero responsabili dell'ipotesi di disastro colposo ambientale per la contaminazione dei siti
della valle del Sacco destinati ad insediamenti abitativi, agricoli ed allevamento, e per
l'avvelenamento delle acque del fiume Sacco, da cui consegue la contaminazione di prodotti
alimentari.Gli accertamenti della magistratura, di cui si ha conoscenza dai giornali, riguardano
alcuni sequestri operati su ditte non specificate.

9 Marzo 2009, Colleferro: Una massiccia operazione condotta dai Carabinieri del Noe di
Roma eseguita nel Lazio, Toscana, Campania e Puglia. Numerosi arresti, 25 informazioni di
garanzia, la notifica di 14 ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni per i reati di associazione
per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falso, truffa ai danni dello Stato ed altri reati
ambientali. Nello stesso contesto, sempre i carabinieri del Noe hanno sequestrato dei due
termovalorizzatori di Colleferro (Rm), laddove venivano conferiti illegalmente rifiuti anche
pericolosi. Complessivamente risultano indagate 25 persone;

9 Marzo 2009 Ceccano : il rinnovo dell'ordinanza emessa dal sindaco Antonio Ciotoli il 21
gennaio scorso che vieta per ulteriori quarantacinque giorni la coltivazione e l'allevamento nelle
zone risultate contaminate non placa. La grave situazione emerge anche dai dati della Asl. Da
questi, infatti, emerge che il beta-esaclorocicloesano rintracciato nel latte degli animali sequestrati non viene smaltito in poche ore come si pensava in un primo momento.

Tuttora, avvengono episodi di grave inquinamento, reso evidente dalle foto (in allegato) che ci
hanno inviato gli stessi residenti di Colleferro. In particolare, i cittadini di Colleferro denunciano la presenza di un ponte, chiamato “ponte rotto”, nei pressi del supermercato “Coop”, da cui parte un tubo di scarico che getta rifiuti liquidi nel fiume, quali tratti di melma maleodorante e a tratti
schiuma giallognola.

Nell’auspicio che l’intervento di bonifica non sia solo un spot pre-campagna elettorale, CODICI
invita la Regione Lazio ad intervenire concretamente sulle fonti di inquinamento.

Roma, 10 Dicembre 2009
Dott.ssa Monia Napolitano
Responsabile Dipartimento Comunicazione e Area Sociale CODICI
Tel 06.55301808 Fax 0655307081
Cell 3400584752
segreteria.redazione@codici.org

Nessun commento:

Posta un commento