I rifiuti a Colleferro non bruciano più
L'azienda capitolina assicura: l'invio del combustibile ripartirà al più presto
È uno dei riflessi del blocco dei due impianti di produzione di combustibile da rifiuti (cdr) di Ama, Rocca Cencia e Salario, dopo che nel marzo 2009 i Noe verificarono che non tutto il combustibile da rifiuti che vi veniva prodotto era a norma nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Velletri, che portò al sequestro anche dei termovalorizzatori del Consorzio Gaia, dove quel cdr veniva portato per essere bruciato. Da allora a Gaia «non è più arrivato cdr da Ama» dicono i vertici del Consorzio colleferrino e questa situazione ha portato al recente fermo dei due impianti e alla richiesta di ammortizzatori sociali per i lavoratori che vi operano avanzata alla Regione Lazio. Pesante è il rimpallo di responsabilità su quanto accaduto tra le due società. Per Gaia, «esiste una criticità di fornitura di cdr per il funzionamento a regime degli impianti: il nostro più grosso fornitore è Ama, l'azienda di Roma che da marzo scorso non conferisce e questo per noi è un problema». Ama al contrario si dichiara estranea alla crisi del Consorzio e il problema di conferimento è dato dal fatto che «la produzione di cdr nell'impianto di Rocca Cencia si è bruscamente interrotta a causa del sequestro nel marzo 2009 degli impianti Gaia, che per mesi poi sono stati oggetto di interventi ed adeguamenti». Oggi, dei due impianti di Ama solo quello di Salario, conclusa la fase di sperimentazione, raggiungerà una produzione a pieno regime, tanto che Ama conferma che «al più presto riprenderà il conferimento del cdr a Colleferro». Prima della crisi, dagli impianti di Ama usciva circa il 40% del fabbisogno di cdr necessario a mandare a pieno regime i termovalorizzatori e oggi Gaia fatica a sopperire a questa crisi, visto che per politica aziendale, da circa un anno non ne acquista dal meridione e che i fornitori del nord Italia sembrano prediligere la più economica via dei cementifici dell'Europa orientale. I vertici Ama, però, denunciano anche che il prezzo richiesto dal Consorzio per portare il cdr ai termovalorizzatori è fuori mercato e chiedono l'arbitrato della Regione: «Dal contratto con Gaia sono emersi elementi di eccessiva onerosità rispetto al mercato regionale del settore, per questa ragione abbiamo chiesto alla Regione di farsi arbitro e di verificare, a tutela dei cittadini romani che pagano gli oneri di smaltimento, la congruità della tariffa pretesa». Si tratta di un contratto «take or pay» quello tra Ama e Gaia, che vincola la prima a fornire un tot quantitativo di cdr o a pagare una penale. Una crisi che sembrerebbe essere giunta quasi al termine, ma che potrebbe avere uno strascico politico: «Ancora oggi nelle discariche laziali finiscono rifiuti che non hanno avuto alcun trattamento – dice il consigliere regionale Enrico Fontana (SeL)- c'è un grave ritardo dei Comuni, a partire dalla Capitale. Ama è un'azienda pubblica che deve garantire un servizio nel rispetto delle regole e deve rispondere sul perché gli impianti di Rocca Cengia e Salario sono fermi».
fonte: il tempo
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