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8 gennaio 2010

Teatro: Asso di Monnezza i traffici illeciti di rifiuti


di e con Ulderico Pesce

Asso di Monnezza: i traffici illeciti di rifiuti in Italia, coprodotto da Legambiente e dal Teatro dei Filodrammatici di Milano, racconta i traffici illeciti dei rifiuti urbani e soprattutto di quelli industriali

Teatro dell’Orologio di Roma – Sala Grande
Via de’Filippini, 17/A
dal 12 al 24 gennaio 2010
martedì - sabato 21.00, domenica ore 17.30
Info. 06.6875550

ASSO DI MONNEZZA RACCONTA...

E’ la storia di Marietta e della sua famiglia. Marietta è nata nella periferia di Napoli, a Pianura.

I rifiuti nel Lazio
Rispetto al problema dei traffici dei rifiuti il sentire comune nato in questi anni vede soprattutto il Sud dell’Italia afflitto dal problema e invece non è così. E’tutto il territorio nazionale che viene utilizzato dai trafficanti, comprese regioni come la Lombardia e il Lazio. Del resto nel Lazio, dove non è mai nato un progetto serio di riduzione del rifiuto oltre che del riciclo, la raccolta differenziata si ferma ad un misero 12%. E se il Lazio, nella classifica delle illegalità in materia di rifiuti nel 2006 era al sesto posto, ora è al quarto. Vero e proprio crocevia di traffici illeciti sono le province di Viterbo e Rieti, dove sono finiti gli scarti di lavorazione degli scavi della linea B1 della metropolitana di Roma oltre che svariate tonnellate di fanghi pericolosi provenienti da varie parti d’Italia.
Il caso eclatante, scoppiato il 9 marzo del 2009, è il sequestro dell’inceneritore di Colleferro e l’arresto di 13 persone. Secondo gli investigatori nell’inceneritore venivano bruciati anche rifiuti pericolosi. Anche la provincia di Frosinone, dove vivono molteplici attività industriali, ha il triste primato di avere i fiumi Sacco e Liri altamente inquinati da rifiuti industriali con pesanti conseguenze per l’agricoltura e la zootecnia. La Valle del Sacco, secondo la magistratura, è interessata dallo sversamento sulla terra fertile e nei fiumi sopra indicati di svariate tonnellate di rifiuti chimici. Le acque dei fiumi Sacco e Liri, utilizzate per irrigare i terreni e per l’abbeveraggio del bestiame, hanno prodotto la contaminazione di prodotti destinati all’alimentazione umana, in particolare del latte.

I rifiuti di Roma e la discarica di Malagrotta
Ma il problema di una gestione all'acqua di rose dei rifiuti è esteso anche alla capitale che, se non avesse la grande discarica di Malagrotta, sarebbe sommersa dai rifiuti visto che, anche a Roma, si riesce a differenziare solo il 18-20% dei rifiuti,
E' solo da qualche anno che, in alcuni quartieri di Roma, è partita la raccolta differenziata porta a porta, come ai Colli Aniene, dove si arriva a riciclare il 65% dei rifiuti.
In questa mancanza di organizzazione del Comune di Roma nella gestione dei rifiuti ha prosperato il signor Manlio Cerroni, proprietario della discarica di Malagrotta che, dalle giunte regionali di tutti i colori politici ha avuto autorizzazioni ad estendersi e a svilupparsi fino all’attuale “gassificatore”, costruito con il contributo economico del governo Prodi che, invece di incentivare la raccolta differenziata porta a porta e il conseguente riciclo dei rifiuti, ha finanziato, con una legge apposita chiamata Cip 6, chi vuole incenerire o produrre energia dai rifiuti. Questo gassificatore è stato sequestrato dalla magistratura perché non in regola con le norme antincendio e la Seveso 2, che vieta di concentrare nella stessa area più impianti a elevato rischio ambientale. Poi è stato dissequestrato, ma rimane tuttora sotto inchiesta. Accanto alla discarica di Malagrotta, e quindi vicino al gassificatore, insiste una raffineria petrolifera. I responsabili della discarica di Malagrotta sono stati più volte condannati per aver smaltito dentro la discarica rifiuti pericolosi come fanghi e materiale di risulta del trattamento del percolato. Il 2 febbraio 2010 si aprirà un nuovo processo penale contro l’ ing. Francesco Rando, l’amministratore della discarica, già condannato due volte in via definitiva e una volta in primo grado.

La discarica di Malagrotta, l’Atac, lo 089 e il Comune di Roma

Nella discarica di Malagrotta, grazie alla fermentazione dei rifiuti, si produce in grande quantità un liquido tossico, il percolato, ed un gas, il biogas, che è utilizzabile per i veicoli. L’Atac, agenzia per la mobilità pubblica del Comune di Roma, ha comprato cinque autobus che vanno a biogas e si riforniscono di carburante proprio nell’impianto dentro la discarica di Malagrotta, dove vengono sostati di notte senza far ritorno nel deposito Atac. I medesimi cinque autobus di linea, che portano il numero 089, partono da via Portuense, arrivano a Ponte Galeria e poi a Malagrotta passando proprio all’interno della discarica.
Sono molti gli interrogativi che spingono verso l’acquisizione di notizie chiare. Tutto ciò è raccontato nello spettacolo di Pesce anche attraverso l’ausilio di un video.


Obiettivo dello spettacolo

Ulderico Pesce con questo spettacolo mira a far luce su due punti:

-sul sistema di smaltimento dei rifiuti urbani di cui si parla abbondantemente sulla stampa, e che vede il Sud dell'Italia “incapace di gestire la monnezza” perché nelle mani della malavita e della clientela politica, e un Nord capace ed efficiente;

-sul sistema di smaltimento illegale dei rifiuti industriali, di cui la stampa non parla mai, e che vede il ricco Nord produrre rifiuti chimici pericolosissimi dei quali, parti consistenti, vengono scaricati nel Sud del'Italia, sulla terra agricola, nelle fabbriche di fertilizzante per l'agricoltura, nel mare, nei fiumi ecc.


Affinché il reato contro l'ambiente venga inserito nel codice penale Pesce ha dato vita ad una petizione popolare sul sito www.uldericopesce.com


Note di regia
Ho scritto Asso di monnezza nel 2005 e di “monnezza” se ne parla ancora, sia di quella che produciamo nelle nostre case che di quella che producono le industrie. Entrambe dovrebbero essere smaltite attraverso metodologie rigorose ma, nel caso dell’Italia, sempre più spesso si ricorre alla malavita.
La stampa si è occupata molto della spazzatura che ha invaso le strade della Campania e della Sicilia, perché l’immondizia era sotto gli occhi di tutti. Io, in Asso di monnezza, mi occupo anche di quella “monnezza” che non si vede, assai pericolosa, prodotta dalle industrie, che viene smaltita nell’ombra. Arsenico, cobalto, fosforo vengono prelevati soprattutto nelle industrie del Nord, che ne producono il 74%, e vengono scaricati nel Centro Sud: sulla terra agricola, nel mare, nei fiumi.
Due esempi: tra il 2004 e il 2005 solo a Villaliterno, in provincia di Caserta, sono stati versati sulla terra agricola 38.000 tonnellate di veleni chimici mentre nel mare di Taranto sono state gettate 90.000 tonnellate di idrocarburi. La Magistratura ha certificato tanti di questi episodi che dovrebbero essere puniti dal codice penale, invece di essere “puniti” dal codice civile con un'ammenda pecuniaria.
Ho intervistato giudici, gente che vive nelle vicinanze di discariche, ammalati di tumore, malavitosi, ambientalisti, carabinieri ecc. e grazie al teatro, a una storia e a dei personaggi, voglio far conoscere il materiale che ho raccolto.


Quand'ero bambino vedevo mia nonna che raccoglieva gli avanzi di cibo e i resti organici in un secchio di zinco e li andava a scaricare sotto un ulivo. Quando mi dava questo incarico ero pieno di gioia e andavo a mettere questa melma nutriente sotto la pianta con la convinzione di “dare da mangiare a un affamato”.
Sono passati una trentina d'anni e a tutt’oggi mi sento di promuovere la raccolta differenziata porta a porta affinché la maggior parte dei rifiuti possa essere riciclata, invitando tutti ad una nuova modalità di vita, che è proprio quella di mia nonna; lei lo faceva per “necessità” mentre noi dovremmo farlo per “scelta”.

Ulderico Pesce

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