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10 febbraio 2010

Scandalo GAIA: nei rapporti fra Gaia e Cassa depositi e prestiti c'è stato qualcosa di strano

Prendendo spunto dall'audizione del sostituto Procuratore Travaglini, il politico del Pd chiarisce alcuni punti poco chiari

La gestione amministrativa e contabile del Consorzio ha spalancato diverse questioni di primaria importanza. Le procedure e le cifre «hanno stupito tutta la Commissione»


«Nei rapporti fra Gaia e Cassa depositi e prestiti c'è stato qualcosa di strano»

(Provincia di Roma - Attualità) - Onorevole Rugghia, quest'oggi vorremmo parlare del ciclo dei rifiuti del Lazio. Lei fa parte della Commissione Parlamentare d'Inchiesta che si occupa di questa vicenda. Di che cosa vi siete occupati precisamente e a che punto siete con le indagini?

«La Commissione bicamerale è stata istituita per indagare i comportamenti illeciti nel ciclo dei rifiuti e per realizzare una legislazione che sia maggiormente in grado di contrastare questi fenomeni e le infiltrazioni delle ecomafie. La prima Regione oggetto di indagine è stata il Lazio, per più motivi. Fra questi la gravità della vicenda Gaia emersa grazie a più indagini della Procura di Velletri, che ha contestato ai vertici aziendali e ai tecnici, anche attraverso arresti clamorosi, la fallimentare gestione finanziaria del Consorzio e quella dei termovalorizzatori di Colleferro, dove purtroppo è stato bruciato di tutto, con gravi rischi per la salute della popolazione. Entro il prossimo mese verrà presentata la relazione sull'indagine conoscitiva per il Lazio».

Quindi l'indagine che riguarda il Gaia si struttura su due rami principali. Uno condotto dal dottor Cirielli, a proposito del funzionamento degli inceneritori di Colleferro, uno invece, condotto dal dottor Travaglini, legato all'aspetto amministrativo e contabile del Consorzio Gaia Spa. Vorremmo approfondire questa seconda vicenda.

«L'indagine condotta dal dottor Travaglini è partita dall'esigenza di controllare dal punto di vista amministrativo e contabile i conti del Consorzio Gaia, quando nel 2007 lo stesso è stato posto in amministrazione straordinaria con la nomina di un Amministratore Straordinario, ai sensi della Legge Prodi. Dopo l'arresto dell'Amministratore Delegato, per truffa, frode e corruzione, operato dalla Procura di Trento nel giugno 2005, è iniziato il declino di Gaia. È emerso che i conti del Consorzio sono stati gestiti in maniera illecita, facendo ricorso, fra l'altro, a finanziamenti concessi "generosamente" dalla Cassa depositi e prestiti per realizzare opere, e invece utilizzati per alimentare la spesa corrente».

E che cosa è che non quadra in tutto ciò?

«Diciamo che i punti sorprendenti sono tre. Per prima cosa la procedura. Per ottenere stanziamenti dalla Cassa bisogna presentare un progetto esecutivo, ci vuole l'autorizzazione del Consiglio comunale, ci vuole la certezza della realizzazione dell'opera. C'è insomma tutto un sistema di garanzie e anche dopo tutto ciò, non è così semplice ottenere in poco tempo il finanziamento. Il dottor Travaglini ha fatto l'esempio della seconda discarica di Colleferro, per la quale, nel 2004, il Gaia ha ottenuto dalla Cassa 30 milioni di euro: non è stato presentato un progetto, non è mai stata realizzata la discarica eppure l'Amministratore del Gaia ha dichiarato nel 2005 che la discarica era stata realizzata ed era perfettamente funzionante».

E gli altri due aspetti?

«Gli altri due aspetti sono rappresentati dai tempi di elargizione e dalla quantità dei finanziamenti concessi. In un caso, su istanza depositata il 23 dicembre, i finanziamenti sono stati liquidati in sette giorni. Nessuno fra le Amministrazioni pubbliche ha mai goduto di tanta "comprensione". Il secondo aspetto è rappresentato dal fatto che dal 2000, prima il Consorzio Gaia e poi la Gaia Spa hanno ottenuto complessivamente oltre 100 milioni di euro, per mutui di scopo liquidati con presentazione di fatture. Alla Gaia Spa è stata concessa dalla Cassa una somma dieci volte superiore a tutti i finanziamenti concessi a tutti gli altri consorzi di Italia. Inoltre, secondo il dottor Travaglini, non tutti i 100 milioni sono stati distratti, infatti si è persa traccia di 30/40 milioni di euro».

È possibile che si possa individuare, come supposto dall'Onorevole Mazzuconi in audizione un padrino politico, che abbia oliato i meccanismi della Cassa?

«Questo dovrà accertarlo l'indagine della magistratura. La cosa ci ha comunque lasciato perplessi. È un po' difficile supporre che si tratti solo di errori e di procedure amministrative non gestite correttamente. Io non so se ci sono dei padrini politici, ma il consorzio Gaia qualche santo in paradiso ce l'aveva».

Un altro aspetto che vorremmo approfondire è il ruolo dei comuni che componevano il Consorzio Gaia. Avevano un ruolo attivo, conoscevano quel che stava accadendo o non potevano sapere?

«Finché c'è stato il vecchio Amministratore Delegato del Gaia, attraverso i metodi che abbiamo descritto, il Consorzio era in una situazione positiva di bilancio, c'erano soldi a sufficienza per governarne la gestione. Sono state fatte tantissime assunzioni, in una zona che non ha molte occasioni per dare lavoro ai propri abitanti. Sono stati ottenuti servizi dai comuni a prezzi più bassi rispetto al costo reale, tant'è che quando è subentrato l'Amministratore straordinario nominato dal Governo, la prima cosa che ha dovuto fare, è stata quella di modificare i costi dei servizi e riportarli ad una logica di mercato. Fra l'altro uno dei motivi della crisi del Gaia sta nel fatto che i comuni non hanno pagato il servizio come avrebbero dovuto. Insomma, il servizio costava poco, i comuni lo pagavano ancora meno, venivano assunte probabilmente più persone del dovuto. Con questa situazione o qualcuno non ha voluto vedere o, più probabilmente, non ha proprio sentito il bisogno di vedere considerando che le cose gli andavano bene così».

fonte: castellinews.it

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