"Avete mai pensato di privatizzare vostra madre? Privatizzando l'acqua è come se voi lo faceste". Con queste parole padre Alex Zanotelli, insieme a giuristi di indiscussa fama come Stefano Rodotà e al Forum italiano dei movimenti per l'acqua, che raccoglie centinaia di comitati e associazioni di cittadini, hanno lanciato il 31 marzo scorso la raccolta di firme per i tre quesiti referendari volti a ripubblicizzare la gestione dell’acqua. L’obiettivo infatti è quello di eliminare tutte le norme che in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell’acqua, ultimo in ordine cronologico il decreto Ronchi. I fautori della privatizzazione dell’acqua tacciano spesso il pubblico di incapacità nell’assicurare una corretta ed efficace gestione dell’acqua. A questo ragionamento, che non è sempre vero, Rodotà risponde efficacemente: "Prima di passare al privato bisognerebbe cercare di correggere le anomalie del pubblico. Ecco la novità. L'acqua è un bene pubblico. E' un bene comune e un diritto umano universale”. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. Invece di profitti le multinazionali dell’acqua ne hanno fatti tantissimi. Le privatizzazioni in corso hanno portato ad un aumento delle tariffe del 61,4% tra il 1997 e il 2006, a fronte di un’inflazione cumulata che nello stesso periodo è cresciuta di poco più di un terzo (25%). Ma è tra il 2002 e il 2008 che hanno subito il balzo più forte: +30,5% a fronte di un’inflazione cumulata nello
stesso periodo del 16,2%. Questo prelievo forzato dalle nostre tasche non ha portato, come pure qualcuno afferma, a un aumento degli investimenti nella rete e nel servizio: tra il 1990 e il 2000, infatti, sono crollati di oltre il 70%, da circa 2 miliardi di euro a 600 milioni. I danni del privato li abbiamo recentemente constatati a Colleferro: acqua domestica interdetta all’uso umano per più di un mese e l’assoluto silenzio e impunità del gestore Italcogim e del nostro sindaco, che ha fatto orecchie da mercante alle domande che RETUVASA gli ha posto con insistenza. Quella dell’acqua è una battaglia di civiltà, nessuno si senta escluso. RETUVASA insieme ad altre associazioni locali vi aspetta numerosi a firmare presso i banchetti che saranno organizzati a partire dal 24 aprile oppure direttamente in comune, dove troverete i moduli depositati. Gli aggiornamenti su date e luoghi dei banchetti di raccolta firme su: www.retuvasa.org ; http://retuvasars.blogspot.com/ ; http://ripuliamocolleferro.blogspot.com/ ; http://noaeroporto-ferentino-frosinone.blogspot.com/ per approfondimenti: http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/ Per una collaborazione attiva su Colleferro alla raccolta firme: Cristina Mataloni (crist.mata@gmail.com, tel. 3384082955)
stesso periodo del 16,2%. Questo prelievo forzato dalle nostre tasche non ha portato, come pure qualcuno afferma, a un aumento degli investimenti nella rete e nel servizio: tra il 1990 e il 2000, infatti, sono crollati di oltre il 70%, da circa 2 miliardi di euro a 600 milioni. I danni del privato li abbiamo recentemente constatati a Colleferro: acqua domestica interdetta all’uso umano per più di un mese e l’assoluto silenzio e impunità del gestore Italcogim e del nostro sindaco, che ha fatto orecchie da mercante alle domande che RETUVASA gli ha posto con insistenza. Quella dell’acqua è una battaglia di civiltà, nessuno si senta escluso. RETUVASA insieme ad altre associazioni locali vi aspetta numerosi a firmare presso i banchetti che saranno organizzati a partire dal 24 aprile oppure direttamente in comune, dove troverete i moduli depositati. Gli aggiornamenti su date e luoghi dei banchetti di raccolta firme su: www.retuvasa.org ; http://retuvasars.blogspot.com/ ; http://ripuliamocolleferro.blogspot.com/ ; http://noaeroporto-ferentino-frosinone.blogspot.com/ per approfondimenti: http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/ Per una collaborazione attiva su Colleferro alla raccolta firme: Cristina Mataloni (crist.mata@gmail.com, tel. 3384082955)
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