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30 maggio 2010

Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet

Salve a tutti comunicatori e non.
Invitiamo a diffondere questo comunicato che ci riguarda molto da vicino dato il frequente utilizzo di internet come mezzo di comunicazione.
Dobbiamo reagire a questo nuovo attacco con tutti i mezzi a nostra disposizione.

L'indirizzo di posta del Sig. D'alia al Senato è il seguente:


Inviategli i vs. commenti.

Ufficio Stampa Retuvasa


Diffondiamo.....finchè  si può!!!
                                                             

Ieri il Senato ha  approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri  con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato  dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o istigazione a  delinquere compiuta a mezzo internet;

la prossima settimana Il  testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60.

Il  senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo  e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della"Casta".

In pratica in base a questo emendamento se un  qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a  criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i /providers/ dovranno  bloccare il blog.

Questo provvedimento può far oscurare un sito  ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in  seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre  con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando  ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi  strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

L'attività di  filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la  violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione  amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.

Per i  blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a  delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi  a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine  pubblico o all'odio fra le classi sociali.

Con questa legge  verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link  scomodi per la Casta !

In pratica il potere si sta dotando delle  armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog*  che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non  condizionata e/o censurata.

Vi ricordo che il nostro è l'unico  Paese al mondo dove una /media company/ ha citato YouTube per danni  chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.

Il nome di questa  /media company/, guarda caso, è Mediaset.

Quindi il Governo  interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del tutto  incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del Consiglio in  un conflitto giudiziario e d'interessi.

Dopo la proposta di legge  Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale  e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al  Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al  "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di  /normalizzare/ con leggi di repressione internet e tutto il istema di  relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a  dominare.

Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà  premiata con buoni spesa!

Mentre negli USA Obama ha vinto le  elezioni grazie ad internet in Italia il governo si ispira per quanto  riguarda la libertà di stampa alla Cina e alla Birmania.

Oggi gli  unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il blog  Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.

Fate girare questa notizia il più  possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli  italiani, perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica il  concetto di democrazia diventa un problema  dialettico.

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