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5 giugno 2010

ECOMAFIA: LAZIO DILANIATO TRA PICCOLI E GRANDI REATI

(ASCA) - Roma, 4 giu - Il Lazio finisce per ''accogliere'' perfino rifiuti pericolosi e cancerogeni come l'amianto provenienti dalla Sicilia, come e' avvenuto nella discarica di Pomezia, ma si e' trovato al centro di inquietanti rivelazioni di pentiti di camorra e di mafia che indicano la provincia di Latina come sversatoio di rifiuti pericolosi e addirittura radioattivi, ma anche di traffico di rifiuti provenienti dalle centrali nucleari.

Sempre il Lazio e' teatro del disastro della Valle del Fiume Sacco. E Roma e il Lazio partecipano alla guerra in atto nel racket dei rifiuti. Uno stillicidio di atti intimidatori, un'escalation di episodi di cronaca nera che ha visto ben quattro incendi tra Setteville di Guidonia, Vermicino e i quartieri Appio-Tuscolano, Appio Latino, Pietralata, Centocelle e Foro Italico, prova del racket nel settore.

La Regione Lazio e' stata anche ribattezzata la ''lavanderia del mattone'', metafora efficace per definire la speculazione edilizia che in tutto il paese e in particolare nel Lazio ripulisce il denaro proveniente dalle attivita' illegali delle mafie. I proventi dei traffici vengono reinvestiti in mega-alberghi, centri commerciali, residence e simili: le lobby del mattone, con la complicita' di tecnici e funzionari pubblici e la copertura della politica, mirano alle varianti dei Piani regolatori e alla cementificazione di aree in precedenza destinate ad altri usi. E' il caso di Sabaudia (Lt), dove sono finiti sotto sequestro 285 villini; di Pomezia (Rm), dove hanno sequestrato 421 unita' immobiliari, degli scandali legati ai mondiali di nuoto nella capitale, con 33 indagati, piuttosto che della SAFAB in Provincia di Rieti per i lavori di adeguamento della Salaria.

''I casi legati alla presenza delle Ecomafie, in particolare nel delicato settore del Ciclo del Cemento, fanno ormai purtroppo parte della quotidianita' delle cronache laziali e rischiano di vedere un'escalation con il nuovo sciagurato condono delle case fantasma che va stoppato subito - ha dichiarato Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. L'illegalita' ambientale e' un'illegalita' che lede i nostri diritti. Quel che colpisce nelle cronache del cemento abusivo della nostra regione e' il persistere di episodi nei quali l'abusivismo si esprime nelle pieghe dell'urbanistica ''ufficiale': i grandi sequestri riguardano troppo spesso lottizzazioni nate legali e divenute nella loro attuazione abusive. Per questo servono piu' controlli da parte dei Comuni sulla congruita' di quanto viene realizzato rispetto a quanto concesso. Al di la' di una risposta di tipo normativo - ha proseguito Cristiana Avenali - e' necessario agire sul piano educativo, favorendo il diffondersi di una cultura della legalita', forte deterrente contro il dilagare delle Ecomafie. In questo senso vanno le nostre molteplici iniziative dedicate alle nuove generazioni e alle scuole, affiancate dal positivo lavoro svolto grazie all'Osservatorio Ambiente e Legalita' al numero verde 800-911856, che gestiamo con l'Assessorato regionale all'Ambiente e che nel 2009 ha raccolto e vagliato migliaia di segnalazioni giunte direttamente dai cittadini del Lazio. Ad esempio sul caso amianto, dove ci sono decine di discariche abusive, che nascondono serie illegalita' che vanno contrastate con il censimento dei siti a rischio''.

res-mpd/sam/lv

(Asca)

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