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28 settembre 2010

Non Fermate il Progetto Città dell'Altreconomia

Non Fermate il Progetto Città dell'Altreconomia
L’Amministrazione comunale di Roma intende chiudere il progetto della
Città dell’Altreconomia, ogni strada tentata in passato per fermare questa
scelta non ha avuto esito.

Per questo abbiamo deciso di lanciare in queste ultime settimane una forte
mobilitazione , e vedremo cosa succederà . Vi chiediamo di diffondere
ovunque possiate questo appello (mail list facebook e sui vostri siti ) e
di seguire questa vicenda come se fosse un impegno di tutti/e, per provare a
fermare questa scelta che mira ad interrompere un esperienza che con
grande fatica ha provato a costruire una proposta per la nostra città che
mettesse al centro nuovi stili di vita, per un economia di giustizia
orientata la” bene comune” .
29 settembre - Grande assemblea cittadina a partire dalle ore 17.30 nella
giornata di possibile “chiusura” della CAE da parte della Amministrazione
comunale che l'aveva inaugurata solo tre anni fa. Siete tutti/e invitati ad
intervenire a questo confronto pubblico. Dopo l’assemblea ci sarà anche un
momento di convivialità e di festa con musica, teatro, incontri, attività
ludiche e laboratori per i bambini, ed assaggi gastronomici bio- equi.




Sul sito Cae è stata lanciata una Petizione : Non Fermate il Progetto Città
dell'Altreconomia 

Troverete il link :
<http://www.cittadellaltraeconomia.org/index.php?option=com_jforms&view=form
&id=1&Itemid=109>
http://www.cittadellaltraeconomia.org/index.php?option=com_jforms&view=form&
id=1&Itemid=109

In soli tre giorni abbiamo raccolto più di tremila firme , ma ce ne servono
molte di più per sostenere questa difficile situazione.

E’ stato aperto anche un evento a sostegno della petizione su Facebook per
rilanciare l’appello

vedi link
<http://www.facebook.com/home.php?ref=home#!/event.php?eid=134778903234341&i
ndex=1>
http://www.facebook.com/home.php?ref=home#!/event.php?eid=134778903234341&in
dex=1

cosa è  La Città dell’Altra Economia?

,
Questo spazio non è stato un semplice “centro commerciale sostenibile”, un
aggregato di uffici e luoghi di lavoro e di consumo responsabile. E’ stato,
secondo un preciso progetto avviato dalle oltre 60 realtà che hanno animato
il Tavolo dell’Altra Economia cittadino e condiviso con il Comune, uno
“luogo” pubblico importante per Roma. Sale, piazzale, spazi di mostra e di
vendita sono stati frequentati con regolarità da centinaia di migliaia di
persone nel corso dello scorso anno, hanno ospitato oltre 500 eventi tra
convegni, conferenze stampa, eventi, spettacoli, mostre, incontri,
dibattiti, presentazioni, seminari, laboratori, corsi. Centinaia di bambini
e ragazzi delle scuole romane ma non solo hanno imparato in queste occasioni
come crescere, studiare, vivere in modo più consapevole e sostenibile.

La Città dell’Altra Economia, dunque, è un processo, non un semplice
incubatore di progetti e di imprese di “green economy”, come invece pensa il
Comune. Alle richieste di chiarimenti rivolte all’amministrazione, infatti,
l’amministrazione attuale ha risposto che intende procedere con i nuovi
bandi all’insediamento “aperti ad imprese della filiera agricola e biologica
e alle nuove tecnologie per l’ambiente e l’energia”. Mentre per la gestione
degli spazi comuni ad uso pubblico (sala conferenza , spazi espositivi sale
riunioni e piazzale antistante) l’amministrazione non intende più assumersi
la responsabilità della cogestione , ma vuole affidare a terzi la loro
gestione , privatizzando di fatto questi spazi.

La realtà è che così facendo questo progetto verrebbe chiuso perché i nuovi
bandi limiterebbero a sole due aree tra quelle elencate nella Legge
regionale sull'Altra Economia la possibilità di fare attività; quindi nella
città di Roma verrebbe meno quella vetrina che fino ad oggi ha avuto il
compito di mostrare ai visitatori in un sol colpo d'occhio tutto
l'articolato sistema di attività sulle quali poggia l'Altraeconomia.

I nuovi bandi ad oggi non sono ancora usciti. Questo ha creato e continua a
creare un crescente livello di precarietà per le realtà che animano la CAE,
nonché' per i loro lavoratori e lavoratrici. Non è chiaro fino ad oggi, poi,
come il comune intenda gestire la transizione dalla vecchia alla nuova
gestione, che potrebbe facilmente durare lunghi mesi, durante i quali,
evidentemente, la CAE potrebbe rimanere chiusa o priva della maggior parte
delle attività economiche che operano al suo interno.

E ‘evidente quindi che il progetto della Città dell’Altra Economia per la
sua storia ad oggi non è riducibile a questa semplificazione. Chi ha varcato
le sue porte ha avuto la possibilità di partecipare alle oltre 30 linee di
attività - tra cui l’agricoltura biologica, il commercio equo e solidale, il
riuso e riciclo, le energie alternative, il consumo critico, la finanza
etica, il teatro, l’arte, la formazione, la comunicazione e il software
libero, il turismo responsabile - che si sono ispirate ai principi e ai
criteri di lavoro della Carta approvata nel 2004 dal Tavolo dell’Altra
economia e che hanno caratterizzato la vita della Città da quando ha aperto
i battenti il 29 settembre del 2007.

Vi chiediamo di sottoscrivere questo appello per chiedere insieme a noi che
questo laboratorio vada avanti, e che il Sindaco Alemanno chiarisca
pubblicamente le motivazioni che lo portano, nei fatti, a chiuderlo.

Per firmare l’appello vai al sito : http://www.cittadellaltraeconomia.org

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