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31 dicembre 2010

Rifiuti a Malagrotta arriva la proroga breve

discarica malagrottaE nel quartiere esplode la rabbia: "Politici incapaci a decidere". Il comitato residenti: "Ora la Polverini dovrà ascoltarci Questo rimpallo tra Pisana e Campidoglio è vergognoso"

 

di CECILIA GENTILE 


Primo atto, la proroga. Tutta la giornata di ieri la presidente della Regione Renata Polverini e i suoi tecnici sono stati chiusi in riunione per decidere la durata della nuova autorizzazione per la discarica di Malagrotta. Sarà una proroga breve, probabilmente di due mesi, per prendere tempo e mettere a punto un piano in più tappe: dove la discarica alternativa di Roma, quanto il tempo necessario a realizzarla. E ancora: sarà solo un invaso per ricevere l'indifferenziata o un'area attrezzata contenente anche impianti per il trattamento, compreso un nuovo gassificatore, come aveva previsto un progetto dell'Ama?

Il dibattito è appena cominciato. Per questo si pensa ad una prima proroga breve, che sarà seguita da una seconda di maggiore durata, e probabilmente da una terza e da una quarta, finché non sarà pronta la discarica alternativa, che potrà funzionare, come ha ammesso l'assessore comunale all'Ambiente Fabio De Lillo, non prima di due anni. Ancora ieri sera il sindaco Gianni Alemanno ha sostenuto la sua posizione a favore di una nuova discarica nel territorio della Provincia. "I cittadini di Roma hanno gli stessi diritti dei cittadini degli altri comuni, ma certamente non può e non deve valere l'idea che i rifiuti della capitale devono essere scaricati per forza sul territorio di Roma. Sarebbe un'idea infantile ed offensiva per la capitale stessa ed i suoi cittadini".



Intanto, però, tra i residenti della zona di Malagrotta, che subiscono la discarica dal 1984, esplode la rabbia. "Adesso la Polverini ci deve ricevere e ascoltare - protesta Sergio Apolloni, presidente del comitato degli abitanti - È impossibile che nel comune di Roma non ci sia un posto dove aprire un nuovo invaso. Per esempio, a Castel Romano, sulla Pontina, c'è un territorio sconfinato, senza abitazioni. Ce la portiamo noi la Polverini a vedere quel posto. Malagrotta è cresciuta smisuratamente in altezza, ormai è diventata una montagna, "l'ottavo colle di Roma", come titolava tempo fa una trasmissione televisiva. Le analisi dell'Arpa hanno trovato il terreno saturo di veleni. Cosa si aspetta a chiudere?".

"Ci terremo Malagrotta fino a tutto il 2012, se va bene - dice Maurizio Melandri, anche lui del comitato - Questo rimpallo tra la Polverini e Alemanno è vergognoso, non ha neanche più l'alibi di colori politici diversi, come per la precedente giunta regionale, è semplicemente la conferma dell'incapacità di entrambi a decidere e a gestire una materia di fondamentale importanza. Forse aspettano il miracolo? Allora devono sapere che un miracolo non arriverà mai. L'unica soluzione è la raccolta differenziata, ma una raccolta differenziata seria. Altrimenti finiremo come Napoli, perché anche la nostra discarica fra poco si esaurirà, senza contare che è dal 2007 che l'Unione Europea ci ha intimato di chiuderla".

"In questi trent'anni Malagrotta si è riempita con almeno 40 milioni di tonnellate di rifiuti - dichiara il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati - Ora la discarica si sta davvero esaurendo: al 30 giugno la volumetria residua risultava i un milione e 750.000 metri cubi, con una autorizzazione all'uso fino al 4 gennaio 2011". Ancora Parlati: "In tutto ciò c'è da considerare che un'ordinanza emessa al tempo della giunta Storace e mai annullata prevede il ripristino ambientale dell'area di 20 ettari denominata "Testa di Cane", all'interno del complesso di Malagrotta. In realtà si tratta dell'allargamento della discarica, fino a ridosso dell'abitato, a poche decine di metri dal Bosco di Massimina. Una ex cava che sarà gestita come nuovo invaso per i rifiuti".

"Si sapeva che sarebbe finita così - riprende un'altra attivista del comitato Malagrotta, Lucia D'Alessio - Finché non verrà raddoppiato l'impianto di Maccarese per la produzione del compostaggio dagli scarti alimentari, finché non verranno potenziati gli impianti per la separazione dei rifiuti differenziati, la discarica ci sarà sempre. Basta con gli esperimenti pilota del porta a porta, che hanno dato ottimi risultati. Bisogna passare ai fatti, agli interventi strutturali. Invece continua il rimpallo tra le istituzioni e noi siamo le vittime"

fonte: www.repubblica.it

1 commento:

  1. La riflessione di Alberto, da me completamente condivisa, è la soluzione del problema rifiuti, l'impianto di Vedelago tratta i rifiuti (ciclo completo) di 1.150.000 abitanti, insistiamo su questo argomento. Da aggiungere alcuni impianti di compostaggio, non mega impianti, non serve perchè il prodotto e remunerativo a qualunque dimensione , anzi secondo me l'impianto migliore è di proporzioni modeste perché non avrebbe impatto ambientale.
    incrociamo le dita.

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