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1 marzo 2009

Intervista a Gioacchino Genchi

Riporto dal blog di beppe grillo senza nessun commento.



Ieri il blog ha pubblicato un'intervista a Gioacchino Genchi che accusa servizi segreti e politici di essere coinvolti nella morte di Falcone e Borsellino. Genchi non è uno qualunque. E' l'uomo che secondo lo psiconano ha intercettato 350.000 italiani. La più grande spia della Storia dopo Mata Hari.
Sapevo che le reazioni alle parole di Genchi, le più pesanti che io abbia mai sentito contro quello che ci ostiniamo a chiamare e pensare Stato, potevano essere solo due. Farlo passare per mitomane o il silenzio assoluto, mafioso di tutti i giornali e i canali televisivi.
L'omertà ha prevalso. Nessuno ha visto e sentito. Non Mieli, non Riotta, non Mauro.
Il video di Genchi è il più visto su YouTube nelle ultime ventiquattro ore, ma nessun media nazionale ne ha riportato il contenuto. Un paradosso dell'informazione. Se chiudono la Rete, su questo Paese caleranno le tenebre. La Cupola dei Giornalisti è più forte, più coesa di Cosa Nostra. Genchi ha detto la verità, la controprova è che Genchi per i media non esiste, che i mandanti degli omicidi di Falcone e Borsellino non possono essere neppure nominati.
Genchi ha detto:
"E questa è l'occasione perché ci sia una resa dei conti in Italia. A cominciare dalle stragi di via D'Amelio alla strage di Capaci. Perché queste collusioni fra apparati dello Stato servizi segreti, gente del malaffare e gente della politica, è bene che gli italiani comincino a sapere cosa è stata."
Genchi era presente in via D'Amelio, ha visto il corpo carbonizzato di Borsellino, ha seguito le indagini sul segnale che ha innescato la bomba, non parla per sentito dire. Borsellino era minacciato, ogni domenica si recava da sua madre, ma lo Stato non riuscì neppure a isolare l'area di parcheggio di fronte al palazzo con una transenna. Genchi non è l'unico a indicare nella strage di via D'Amelio la nascita della Seconda Repubblica.
Antonio Ingroia, pm di Palermo:
"La verità va cercata a ogni costo, io penso che la cosiddetta Seconda Repubblica ha i suoi pilastri nel sangue versato da tanti uomini dello Stato, magistrati e poliziotti" (*).
Dalla sentenza della corte d'Assise di Caltanisetta del processo Borsellino ter:
"Proprio per agevolare la creazione di nuovi contatti politici occorreva eliminare chi, come Borsellino, avrebbe scoraggiato qualsiasi tentativo di approccio con Cosa Nostra e di arretramento nell'attività di contrasto alla mafia, levandosi a denunciare, anche pubblicamente, dall'alto del suo prestigio professionale e dalla nobiltà del suo impegno civico, ogni cedimento dello Stato o di sue componenti politiche" (*).
Se l'informazione non esiste, facciamoci noi informazione. Ci vuole un nuovo CLN. Un Comitato di Liberazione Nazionale dell'informazione. Riportate sul vostro blog il testo dell'intervista di Genchi, traducetelo in tutte le lingue e inviatelo ai blog esteri che conoscete. Linkate il video da Youtube. Create i vostri video con le vostre analisi e conclusioni.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

(*) Testi tratti dal libro: "L'agenda rossa di Paolo Borsellino" di Lo Bianco/Rizza.

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