
"La valle del fiume Sacco - prosegue Canali - vive una situazione di emergenza ambientale dagli anni Settanta, con le prime relazioni sanitarie sull'ambiente di lavoro della Snia. Ma la crisi e' esplosa nel 2005, quando i prelievi dell'Istituto zooprofilattico sperimentale hanno dimostrato come il betaesaclorocicloesano si stesse diffondendo nella catena alimentare. Da allora sono stati rilevati nella zona agenti inquinanti, diossine e metalli pesanti come cadmio, mercurio, vanadio, piombo e arsenico, che hanno provocato abnormi casi di tumori, alterazioni nella fertilita' maschile e femminile, malattie del sistema nervoso".
"I dati rilasciati dal sub-commissario Di Palma, parlano chiaro - spiega il presidente della commissione sanita' alla Pisana -: 3 mila ettari di territorio da sottoporre a bonifica, 700 dei quali interdetti a ogni attivita' produttiva agro-alimentare, 6 mila capi, tra bovini e ovini, abbattuti nel 2005, circa 8 milioni di euro erogati ad oggi in indennizzi agli agricoltori sui 10 milioni stanziati".
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