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7 marzo 2010

Finanziamento inceneritore: cos'è il CIP 6

Una rinfrescatina non fa mail male!

Grazie agli amici di Scarlino per la gentile concessione

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Sono i "contributi alle fonti di energia assimilabili alle energie alternative": orribile formulazione che indica tutti i pubblici denari destinati al finanziamento di progetti energetici "poco rinnovabili", ma trattati come se fossero "vere fonti energetiche rinnovabili".

Correva l'anno 1992, quando il Comitato Interministeriale Prezzi (CIP) emise una delibera (la numero 6), con la quale stabili' una maggiorazione del 6% del prezzo dell'elettricità pagato dai consumatori finali. Il ricavato avrebbe dovuto essere utilizzato per promuovere le energie rinnovabili, acquistandole dai produttori ad un prezzo superiore a quello di mercato. L'obiettivo era spingere le aziende energetiche a riorientare la loro produzione verso le energie rinnovabili, in primis, solare ed eolico.

Nella formulazione della norma, accanto all'espressione "energie rinnovabili" fu aggiunta l'estensione "o assimilate".

Cosi', come sempre accade in questo Paese, quella che poteva essere una buona cosa si è trasformata in un colossale boomerang. Sul reale significato dell'aggettivo "assimilate" e sui criteri per l'identificazione delle energie "assimilate alle rinnovabili", non è mai stata fatta chiarezza, con la conseguenza che una valanga di miliardi di euro è stata utilizzata per produzioni energetiche tutt'altro che "rinnovabili".

In materia, intervenne poi la direttiva comunitaria del 2001/77 ed il relativo decreto attuativo (D.Lgs. n°387/2003) che estese alla produzione energetica dai rifiuti anche altri benefici che la Direttiva europea indicava invece solo per le fonti rinnovabili.

I quasi 40 miliardi di fondi del CIP6 stanziati in questi anni sono cosi' serviti per il 76% a finanziare una marea di "assimilate", e solo in minima parte a promuovere le vere "energie rinnovabili" (solare, eolico, geotermico, idroelettrico), con pubblici denari che finiscono nelle casse delle solite grandi aziende, per produzioni energetiche tutto fuorché "rinnovabili".

Senza alcuna pretesa di esaustività, ricodiamo le centrali termoelettriche, le produzioni di gas e carbone da residui di raffineria, gli inceneritori coi rifiuti non biodegradabili bruciati nei termovalorizzatori. Addirittura anche la produzione di energia dal petrolio riusciva cosi' a rientrare dalla porta di servizio nel fantasmagorico concetto di "assimilate".

I cittadini hanno dovuto pagare in bolletta mediamente 60 euro l'anno in piu' e naturalmente le energie rinnovabili in Italia sono rimaste al punto di partenza.

Qualche giorno fa, incredibilmente, sembrava che il governo intendesse porre fine a questa assurdità con un emendamento alla Finanziaria che escludeva le "assimilate" dai contributi CIP6. Sarebbe stato un intervento doveroso che avrebbe posto fine ad uno dei meccanismi che maggiormente sfavoriscono oggi solare ed eolico in Italia. Cifre consistenti, finalmente sarebbero andate a finanziare le energie rinnovabili, rendendo la Finanziaria 2007 un po' meno brutta ed un po' meno indigesta. Gli emendamenti presentati da Loredana De Petris (Verdi) e Tommaso Sodano (Rifondazione Comunista) sembravano andare nella giusta direzione, e maggioranza e governo, seppur dopo qualche malinteso, li avevano condivisi.

Ma ancora una volta, al momento decisivo, è arrivata la solita brutta sorpresa.
Un po' come nel caso della "sanatoria" sugli illeciti contro la Pubblica Amministrazione, il testo del maxiemendamento risulta notevolmente diverso da quello auspicato. Vi si legge che i contributi CIP6 andranno solo ai produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili, ma si precisa anche (e qui sta l'inghippo) che l'esclusione non opera con riferimento agli impianti "già autorizzati" prima dell'entrata in vigore della Legge Finanziaria (il primo gennaio 2007). Il testo concordato avrebbe dovuto essere diverso, con un "già realizzati" al posto dell'attuale "già autorizzati".

Una piccola differenza che fa un'enorme differenza, perché, come spiega la stessa senatrice De Petris, ci sono centinaia di impianti "autorizzati" ma "non realizzati" che continueranno a beneficiare di contributi che dovrebbero invece essere concessi in futuro esclusivamente alle vere fonti energetiche rinnovabili.
Ricordiamo come queste "autorizzazioni" siano di fatto promesse di finanziamento per 10-15, talora 20 anni. A carico dei cittadini di oggi, ma anche di cittadini che non sono ancora nati.

Pare si sia trattato di un "errore materiale": lo correggeranno

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