sull'inceneritore MAIND/Marangoni di Anagni
Supera finalmente i confini regionali della Valle del Sacco,
guadagnando risonanza nazionale,
l'attenzione per l'attività di incenerimento ad Anagni in provincia di Frosinone che, se autorizzata, rischierebbe di condannare definitivamente la salute degli abitanti in Ciociaria e lo sviluppo economico dell'area, salute e sviluppo già compromessi da decenni di inquinamento pregresso. L'oggetto della preoccupazione è il combustore di proprietà MAIND/Marangoni, già in esercizio dal 2001 per incenerire pneumatici, che l'azienda vorrebbe adeguare a bruciare car-fluff, ossia interni di autovetture rottamate. L'On. Americo Porfidia del gruppo Misto alla Camera e il Senatore Stefano Pedica dell'Italia dei Valori hanno presentato nei rispettivi rami del Parlamento, un'interrogazione per chiedere l'intervento dei Ministri competenti per bloccare l'autorizzazione al progetto e far convertire l'impianto in un sistema di recupero a freddo. La Rete per la Tutela della Valle del Sacco, a nome delle associazioni e dei comitati promotori della campagna di sensibilizzazione contro l'inquinamento da incenerimento di rifiuti, si augura che questa fondamentale azione politica possa informare i Ministri, le Amministrazioni locali e la cittadinanza sui reali rischi che l'incenerimento comporta e indirizzare la decisione verso un approccio cautelativo.guadagnando risonanza nazionale,
Segue il testo completo dell'interrogazione parlamentare!
fonte: camera dei deputati
Allegato B
Seduta n. 299 del 16/3/2010
Interrogazioni a risposta scritta:
PORFIDIA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la Valle del Sacco è un'area compresa tra le province di Roma e di Frosinone, che si snoda lungo il corso del fiume Sacco, ed è cinta dai monti Erpici e Lepini. Storicamente a vocazione agricola e zootecnica, a causa dell'intenso sviluppo industriale dell'ultimo cinquantennio è stata soggetta a inquinamento diffuso, particolarmente grave, in alcune zone del territorio di diversi comuni tra Colleferro (Roma) e Ceccano (Frosinone). Uno dei comuni più toccati è Anagni (Frosinone);
per la Valle del Sacco è stato riconosciuto lo stato di emergenza socio-economico-ambientale dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 maggio 2005. Da allora sono in corso studi epidemiologici (Dipartimento epidemiologia ASL RM-E) e attività di bonifica (Ufficio commissariale per l'emergenza della Valle del Sacco). I primi stanno rilevando una grave contaminazione da beta-HCH. Le seconde hanno solo cominciato a rimuovere le cause dell'inquinamento per tale specifica sostanza;
tra gli episodi recenti, vanno ricordati almeno la morte per avvelenamento da cianuro di capi bovini in pascolo intorno a un'affluente del Sacco, Rio Mola Santa Maria (Anagni, 2005) e il trattamento di rifiuti tossici nell'inceneritore di Colleferro (2009). Questi avvenimenti hanno avviato procedimenti giudiziari, tuttora in corso;
attualmente la contaminazione di tutte le sostanze chimiche presenti nella Valle è ancora lontana dall'essere chiaramente inquadrata;
questo vale in particolare (ma non solo) per il territorio del Comune di Anagni posto a sud del centro storico;
nel 2001 è cominciata l'attività di incenerimento di pneumatici fuori uso (PFU) nell'impianto Marangoni Spa di Anagni. L'inceneritore di Anagni sorge all'interno di un centro abitato (pur essendo stata dichiarata parte dell'area «zona ASI» - consorzio industriale - nel gennaio del 2008), che si trova in località Quattro Strade, tra la strada statale Casilina e la strada statale Anticolana. Si trova inoltre in prossimità del popoloso quartiere di Osteria della Fontana. Il raggio di diffusione nell'atmosfera delle sostanze inquinanti dell'inceneritore di PFU di Anagni e degli inceneritori di CDR di Colleferro è di decine di chilometri;
nel biennio 2000-2001 ricercatori dell'università «La Sapienza» di Roma e dell'Università de L'Aquila hanno pubblicato il «Rapporto Merli» sulla qualità ambientale del territorio di Anagni. Lo studio constata il drammatico effetto delle emissioni inquinanti delle attività industriali locali sul terreno, le falde acquifere, l'aria del territorio ispezionato;
ciò richiede, oltre alla effettiva bonifica dei territori contaminati, anche una moratoria che impedisca l'installazione di nuove infrastrutture inquinanti;
oltre agli effetti sulla salute, già molto gravosi per la collettività, è da rilevare il forte danno economico dovuto all'inquinamento. Negli ultimi decenni infatti l'accumulo di agenti inquinanti ha menomato l'attività agro-zootecnica locale e reso Anagni una cittadina poco appetibile come destinazione turistica;
il 21 aprile 2006 il gruppo Marangoni Spa attraverso il suo ramo aziendale denominato MAIND Srl, ha stipulato un accordo di programma con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per le combustioni sperimentali di car-fluff. Il car-fluff è una sostanza dalla composizione molto eterogenea derivata dalla triturazione degli interni degli autoveicoli (escludendo la carrozzeria, gli pneumatici, la meccanica e il motore) e dunque comporta conseguenze non completamente prevedibili a seguito di combustione;
il 23 giugno 2008 la regione Lazio ha deliberato il piano di mantenimento e
risanamento della qualità dell'aria del territorio, manifestamente incompatibile con l'attività di incenerimento di pneumatici;
il 10 febbraio 2009 la Marangoni Spa ha presentato all'ufficio valutazione impatto ambientale della Regione Lazio la richiesta per l'adeguamento tecnico del termovalorizzatore di PFU di Anagni al trattamento di residui di frantumazione di autoveicoli (ASR, autovehicle shredded residual), detto anche car-fluff;
il 25 marzo 2009, nell'adiacente stabilimento Marangoni di produzione di pneumatici si è verificato un incidente con fuoriuscita di particolato carbonioso, ovvero carbon-black. La sostanza si è depositata su un'ampia area circostante, che comprende private abitazioni, attività agricole, zootecniche, commerciali e industriali;
lo IARC (International Agency for Research on Cancer, parte del World Health Organization) classifica il carbon-black come «potenzialmente cancerogeno per gli esseri umani», mentre vi è «sufficiente evidenza» della cancerogeneità sugli animali;
sensibili sono stati i disagi per la popolazione, tuttora perduranti, che si manifestano ad esempio attraverso disturbi delle vie respiratorie;
in conseguenza della fuoriuscita di carbon-black, l'allora commissario prefettizio del comune di Anagni ha emesso un'ordinanza con la quale si è vietata la raccolta e il consumo di ortaggi e frutta coltivati nei terreni insistenti l'inceneritore nel raggio di 500 metri;
la ASL locale ha fatto svolgere analisi su campioni animali e di foraggio, dalle quali è risultata, nei mesi successivi, una grave contaminazione da PCB-diossinosimili e metalli pesanti;
l'ordinanza commissariale è ancora in vigore, e l'attuale sindaco, sulla base di successivi esami che hanno rivelano contaminazione da diossina, ha esteso il divieto di consumare prodotti a uova e pollame, vietando anche il razzolamento e il pascolo di animali;
l'11 luglio 2009 si è svolta ad Anagni una grande manifestazione dei cittadini, organizzata dalla Rete per la tutela della Valle del Sacco (RETUVASA) e da associazioni e comitati locali, alla quale hanno partecipato anche il sindaco, l'amministrazione e l'opposizione consiliare;
il 21 luglio 2009 la RETUVASA ha organizzato una conferenza stampa nella quale sono stati resi pubblici i risultati delle analisi svolte dall'Istituto zooprofilattico sperimentale di Lazio e Toscana su campioni animali prelevati dalla ASL veterinaria di Anagni a seguito dell'incidente del 25 marzo. Le analisi hanno evidenziato la «significativa presenza» di PCB-diossinosimili e metalli pesanti, superiori ai valori di legge. Il fatto che la contaminazione riguardi prodotti animali commestibili implica l'ingresso degli agenti tossici nel ciclo biologico umano;
il 22 ottobre 2009 si è tenuta una conferenza di servizi, chiamata a pronunciarsi sulla realizzabilità del progetto Marangoni di adeguamento dei propri impianti alla combustione del car-fluff. Alla conferenza hanno partecipato oltre all'azienda proponente, rappresentanti del Ministero dell'ambiente, della Confcommercio, l'ufficio VIA (valutazione impatto ambientale) della Regione, l'ARPA Lazio, le ASL di Frosinone e di Anagni e ricercatori dell'Università La Sapienza. Gli amministratori locali sono stati rappresentati dal vicepresidente della provincia di Frosinone, dal sindaco di Anagni Carlo Noto e dall'assessore comunale all'ambiente. Le associazioni e i comitati di cittadini hanno anch'esse preso parte alla conferenza con il grado di uditori;
gli enti pubblici hanno espresso tutti pareri negativi a causa dell'insufficienza della documentazione presentata dalla proponente Marangoni. Si è quindi rimandato ad una successiva conferenza di servizi la composizione della lista di integrazioni che l'azienda la Marangoni dovrà presentare;
la «Direttiva Discariche» dell'Unione europea (direttiva 1991/31 CE del Consiglio del 26 aprile 1999 e del regolamento (CE) n. 1882/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 settembre 2003) stabilisce il divieto, dal 1o gennaio 2009, di conferire in discarica il car-fluff. Si segnala l'esistenza di soluzioni alternative tanto al conferimento del car-fluff in discarica quanto al suo incenerimento, soluzioni che impiegano tecnologie di trattamento «a freddo» ovvero senza combustione, scongiurando così qualsiasi ipotesi di inquinamento dei siti dove sorgono tali impianti;
negli ultimi 5 mesi sono state effettuate altre analisi su uova e pollame in località Quattro Strade, che hanno riscontrato ancora livelli superiori ai parametri di legge o comunque molto elevati di diossina e PCB. Le analisi sono tuttora in corso e stanno ampliando il loro raggio. Ad oggi però non sono state condotte analisi sulle persone, nonostante sia evidente come i dati relativi ai consumatori di prodotti animali contaminati nell'area siano estremamente significativi -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di questa situazione e se non ritengano necessario intervenire per bloccare il progetto pilota di combustione del car-fluff presso l'inceneritore Marangoni ed eventualmente riconvertire l'intera procedura di smaltimento con sistemi di recupero «a freddo» (senza combustione);
se i Ministri, a fronte della grave situazione eco-ambientale sovraesposta non ritengano opportuno avviare un piano di bonifica dell'intera area della Valle del Sacco e contestualmente porre in atto provvedimenti finalizzati ad impedire l'installazione nell'area di nuove infrastrutture inquinanti;
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno estendere la gamma di osservazione e rendere accessibili i dati sul monitoraggio degli agenti inquinanti, dando massima priorità alle analisi sui cittadini residenti in prossimità dell'impianto di combustione Marangoni Spa di Anagni.
(4-06506)
Nessun commento:
Posta un commento