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12 aprile 2010

Politicanti “della libertà e della vita” che diffamano Emergency


Comunicato Stampa: Rete
per la Tutela della Valle del Sacco
Politicanti “della libertà
e della vita” che diffamano Emergency


Vogliamo esprimere il
nostro dolore nell’apprendere che in questo fine settimana si è lanciata
una sorta di attacco totale al diritto alla vita. Questo significa colpire
Emergency. Emergency, l’unico punto di riferimento sanitario neutrale
e indipendente nei territori della guerra afgana, l’unico riferimento
informativo di quanto accade di sporco, l’unica struttura che resiste
da dieci anni in un paese martoriato da un conflitto senza fine. Quando
si tratta di invadere, si va in Afganistan. L’Italia, presente a rimorchio
anche li con mezzi e uomini, a fare cosa non si sa. La missione italiana
in Afganistan costa circa 300 milioni di Euro l’anno. Con questi soldi
si potrebbero impiegare circa 100.000 nuovi addetti in scuola e sanità,
fulcro di ogni società civile. E lo Stato invece cosa fa? Invia
militari ovunque gli venga richiesto, convincendo l’opinione pubblica
che si tratta di “missioni di pace”, e contemporaneamente effettua
tagli alla spesa sociale. Inoltre si impegna a livello internazionale
per l’acquisto di aerei militari come gli F35 per importi da capogiro,
che si aggirano sui 15 miliardi di Euro. C’è qualcosa che non quadra.
Vogliamo segnalare che l’ospedale di Laskar Gah, nella provincia di
Helmand, dall’inizio delle sue attività a dicembre 2009 ha effettuato
56.900 ricoveri, con circa 11.000 interventi chirurgici e che nell’ultimo
anno il 41% dei ricoveri ha riguardato bambini e il 9% donne. Vi sembra
talebano un ospedale in cui la metà dei ricoverati non imbraccia un
fucile? Oppure il diritto alla cura deve essere discriminante? Afgani
si, talebani no. Italiani si, immigrati no. Il nostro governo sempre
pronto nella comunicazione ad effetto, prende le distanze da Emergency
invece di tutelare i suoi concittadini all’estero, soprattutto in
un caso come questo, in cui è chiara ed evidente la trappola. Ben congegnata
e di notevole livello mediatico. Le immagini della perquisizione nell’ospedale
di Emergency sono giunte ai media internazionali il giorno stesso; l’errore
nell’uccisione del reporter in Iraq e di una decina di civili da parte
dei militari americani è giunto dopo 2 anni; oppure vogliamo parlare
di Falluja e di ciò che il fosforo bianco provocò? O ancora dell’errore
nell’uccisione di un bambino di 13 anni in bicicletta da parte di
forze Nato? Oppure dei raid americani nei villaggi con l’uccisione
di 8 ragazzini additati come “membri di una cellula terroristica”.
Anche qui qualcosa non quadra. Ci ricordiamo di un certo Fabrizio Quattrocchi,
mercenario in Iraq, considerato quasi un eroe da ampi settori
della pubblica opinione, non da noi. Ci sono alcuni paesi che hanno
addirittura dedicato una strada a questo personaggio. Sono molte le
cose che non quadrano. Fin qui la nostra posizione è stata piuttosto
morbida. Ma non si possono certo tollerare le dichiarazioni di un parlamentare
di rilievo come Maurizio Gasparri, che assume una posizione nettamente
diffamatoria nei confronti di Emergency, mettendola alla gogna. In ciò
pare palesarsi la vera natura politica di tali personaggi, appartenenti
a una classe politica che si proclama portavoce di valori autentici
ma è invece priva di una vera identità, di umanità, di intelligenza,
di senso delle istituzioni, capace solo di gettare fango su chi sacrifica
la propria vita a favore del prossimo. Una classe politica spesso trasversalmente
fautrice della cultura delle armi. E’ ora di tirare su la testa; tutti
dovrebbero, nella forma che gli compete, dimostrare a questi politicanti
che il diritto alla vita è di tutti e che la parola libertà, quella
vera e non declamata, non è di loro competenza.
Firma l’appello “io
sto con Emergency” al sito
www.emergency.it e partecipa alla manifestazione di Sabato 17
Aprile – ore 14,30 – Piazza Navona – Rm.
Valle del Sacco, 12 Aprile
2010


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