CONTROLLO EMISSIONI INCENERITORI E CEMENTIFICIO DI COLLEFERRO
EP SISTEMI MOBIL SERVICE ITALCEMENTI
Bookmark and Share

13 aprile 2010

presentazione a Colleferro dei libri di G. Di Feo "Veleni di stato" e di E. Fittipaldi "Così ci uccidono" - Colleferro, 15 aprile

Associazione Culturale Gruppo Logos

Rete per la Tutela della Valle del Sacco

Unione Giovani Indipendenti

L'Associazione Culturale Gruppo Logos, la Rete per la tutela della Valle del Sacco e

l'Unione Giovani Indipendenti presentano Gianluca Di Feo "Veleni di Stato" Ed. Bur

Biblioteca Univ. Rizzoli e Emiliano Fittipaldi "Così ci uccidono - Storie, affari e segreti

dell'Italia dei veleni”, Ed. Rizzoli Un viaggio nell'abisso degli orrori d'Italia. Documenti, storie

e segreti di avvelenatori e avvelenati, protagonisti di un disastro nazionale di cui nessuno vuol

parlare. Citata nei due testi, la Valle del Sacco, attraverso la presenza pluridecennale di industrie

chimiche e belliche, si conferma corresponsabile della devastazione fuori e dentro i suoi confini.

Giovedì 15 aprile 2010, ore 17.30 - Colleferro - Sala Ludus (retro Chiesa S. Barbara) - via

Leonardo Da Vinci - info: 3356545313

Che fine hanno fatto le armi chimiche e batteriologiche sperimentate nei laboratori del Duce? Tutta

la verità sul nostro pericoloso e potente arsenale segreto. Una macchina di morte che continua

silenziosa a inquinare la vita degli italiani --- Nel 1941 l’Italia disponeva di uno dei più grandi

arsenali di armi chimiche del mondo. Antrace, iprite, virus, batteri: la fabbrica dei veleni creati per

costruire l’impero della dittatura fascista ha divorato vittime in Libia e in Etiopia, ha colpito i

combattenti spagnoli che lottavano per la libertà, lasciando dietro di sé una scia di malattie e

dolore. Ma la creazione di questi stessi veleni ha preteso un prezzo altissimo anche all’Italia:

durante le fasi di sperimentazione, e poi con il concludersi della guerra, intere zone del nostro

Paese sono state contaminate dagli esperimenti, ordigni sono stati abbandonati davanti alle coste

delle Marche e della Puglia, testate letali sono state scaricate attorno a Ischia. Tutto ciò, a partire

dal dopoguerra, è scivolato nel più assoluto silenzio. Gianluca Di Feo ricostruisce la sorte delle

fabbriche di queste sostanze e dei laboratori usati per studiare i distillati tossici e mai bonificati: nel

Golfo di Napoli, sulla costa di Pesaro, sulle rive del Lago Maggiore, nei boschi della Tuscia.

Industrie e depositi nascosti per decenni da ministri, generali, industriali, un segreto vissuto nel

silenzio per generazioni. Attraverso documenti inediti e secretati, denunce inascoltate delle

popolazioni, testimonianze e sopralluoghi, Di Feo compie un viaggio nell’abisso più nero della

nostra storia. Un abisso ancora aperto. Emiliano Fittipaldi e’ un giornalista da L’Espresso, da poco

è uscito il suo libro, edito da Rizzoli, «Così ci uccidono. Storie, affari e segreti dell'Italia dei veleni».

É una denuncia circostanziata di come il Bel Paese galleggi oramai su un «fondo 'gelatinoso'

familistico, combriccolare, spregiudicato, avidissimo» (come scrive D'Avanzo su Repubblica) e che

è fatto soprattutto di veleni. Sono in ciò che mangiamo, respiriamo, beviamo. Sono le fondamenta

dei luoghi in cui lavoriamo e malamente viviamo. Nel libro di Emiliano Fittipaldi si legge infatti: «I

veleni trasudano dalle fondamenta delle scuole. Dai giardini degli ospedali. Dagli anfratti dove

sono stati seppelliti. Un letame tossico che contamina un territorio grande come la Liguria (...).

Siamo in pericolo nei gesti più semplici e vitali: vivere, respirare, bere, nutrirsi; in pericolo,

nonostante per proteggerci siano state bruciate cifre incalcolabili di soldi pubblici. Soldi nostri, finiti

in privatissime tasche». Cosa potremmo fare per rovesciare le loro tasche e invertire la tendenza?

Esistono insomma esempi di buone pratiche altrove? E qui da noi? «Bisogna diffondere le

informazioni, bisogna indignarsi, e raccontare. Quello che si sa, la verità che nessuno vuole sentir

dire. Per modificare l'etica di una nazione c'è bisogno di tempo. Tanto tempo. Se nessuno inizia,

però, non cambierà mai».

Valle del Sacco, 06 Aprile 2010

Nessun commento:

Posta un commento