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5 ottobre 2010

Soldi buttati nella spazzatura Alti costi e pessimi servizi: ecco la fotografia dei comuni

Francesco Pellegrino Lise Mettere le mani nelle tasche della gente è facile


Offrire servizi adeguati no. Questo è il ritratto della situazione rifiuti nel Lazio. In attesa che la Regione approvi il piano per lo smaltimento, abbiamo analizzato le situazioni in cui vertono tutte le province cercando di comprendere le problematiche che hanno «condannato» il territorio e spinto l'Ue ad intervenire. A Latina lo stato delle cose è tragico. In un anno l'incremento della bolletta nelle famiglie è stato dell'11,1%, situazione che ha posto il capoluogo pontino al top degli incrementi in Italia. Ogni cittadino paga ben 311 euro di Tarsu. Gravissima anche la realtà nel Reatino: circa 8 milioni di euro l'anno su una spesa corrente di 80 milioni. Una cifra davvero elevata, che lievita di anno in anno, a causa dell'inesistenza di una discarica. Tutti i rifiuti prodotti in Sabina vengono trasportati a Viterbo per la non differenziata e addirittura fuori dalla regione per quanto riguarda plastica, ferro e vetro. Il proprietario di un appartamento di 100 mq è quindi costretto a versare poco meno di 300 euro l'anno. Le tariffe nella provincia di Frosinone sono invece diversificate: si viaggia dai 2,15 al metro quadrato del comune di Frosinone, ai 3,14 del comune di Cassino, ai 1,61 del comune di Sora, sino a Pontecorvo, dove si sfiorano i 3 euro al mq. Ben diversa è la situazione che riguarda Viterbo, dove infatti i cittadini si trovano a dover far fronte ad un'imposta fra le più basse del Paese: solamente 1,50 euro al mq. A far risparmiare i contribuenti della Tuscia è sicuramente il vantaggio di avere la discarica di Monterazzano, in cui confluiscono anche i camion provenienti da Rieti. Al momento servirebbe un termovalorizzatore per evitare di portare le balle a Colleferro. L'assessore regionale alle Attività produttive e ai Rifiuti, Pietro Di Paolo, nei giorni scorsi ha preso posizione sostenendo che: «Il nuovo piano è ormai in via in via di ultimazione» e che «con esso decadranno i motivi di infrazione» mossi da Bruxelles nei confronti della situazione, che ormai da tre anni, colpisce il Lazio. La Commissione europea, com'è noto, aveva inoltre deciso di inviare all'Italia «una lettera di costituzione in mora in quanto, dalla sentenza di condanna emessa dalla Corte di giustizia europea, il piano programmatico per la gestione dei rifiuti nel Lazio, non è ancora conforme alla legislazione Ue». Si tratta della prima fase di una nuova procedura d'infrazione al Trattato europeo ma, ha sottolineato Bruxelles, «qualora le autorità italiane non dovessero intraprendere le azioni necessarie, la Commissione potrà decidere di adire di nuovo la Corte e chiedere la condanna dell'Italia a sanzioni pecuniarie». Alla luce di ciò l'assessore Di Paolo ha chiarito che: «la lettera dell'Ue è un atto dovuto e riguarda una vicenda che purtroppo si protrae da anni. Il Piano redatto nella passata legislatura, com'è noto non approdò in aula consiliare. Il nuovo piano a fine ottobre potrà essere redatto dalla Giunta, per proseguire l'iter fino all'approvazione della Pisana. Una volta che il progetto sarà licenziato dall'assemblea consiliare, verranno a cadere i motivi espressi nella lettera di Bruxelles».

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