Area di Malagrotta, sos per falde acquifere inquinate
Secondo la relazione annuale dell'Arpa, la discarica alle porte di Roma riverserebbe nelle falde del sottosuolo liquami e sostanze altamente inquinanti
E’ allarme rosso per l’inquinamento del sottosuolo alle porte di Roma. Secondo i risultati delle indagini che l’Arpa (Agenzia regionale per l’Ambiente) per quattro mesi, da febbraio a maggio 2010, ha effettuato su alcuni campioni di sottosuolo prelevato a Malagrotta, alta sarebbe la contaminazione delle acque sotterranee causata dai liquami che fuoriescono dalle discariche.
I dati rilevati confermano che la situazione, rispetto al 2009, è peggiorata e già si paventa uno scenario analogo a quello denunciato in Campania. L’immondizia raccolta nella discarica sta inquinando le acque che irrigano pascoli, campi di granturco e coltivazioni varie, di cui l’area introno a Malagrotta è molto ricca. Alti rischi riguardano anche gli abitanti che vivono tra Ponte Galeria e Massimina, zone ad alta concentrazione industriale dove, oltre alla discarica, sono localizzati un deposito di carburanti, una raffineria e un impianto per rifiuti tossici ospedalieri.
Contro la contaminazione dei veleni di Malagrotta, l’Arpa denuncia da tempo l’importanza di pianificare misure di messa in sicurezza del sito e successivi interventi di bonifica ma, ogni giorno, continuano ad arrivare alla discarica 1300 camion carichi di spazzatura che riversano il loro contenuto su un’area di 200 ettari e, puntualmente, i valori-limite di ferro, manganese, nichel e arsenico che si riversano nei canali limitrofi, sono ampiamente superate.
Sulla catastrofica situazione di Malagrotta sarà informata compiutamente la «Direzione generale ambiente» dell’ Unione Europea, a cui il Presidente del Comitato Malagrotta Sergio Apollonio, ha inviato la relazione dell’Arpa, nella speranza di ottenere un intervento da Bruxelles contro la violazione delle direttive comunitarie.
I dati rilevati confermano che la situazione, rispetto al 2009, è peggiorata e già si paventa uno scenario analogo a quello denunciato in Campania. L’immondizia raccolta nella discarica sta inquinando le acque che irrigano pascoli, campi di granturco e coltivazioni varie, di cui l’area introno a Malagrotta è molto ricca. Alti rischi riguardano anche gli abitanti che vivono tra Ponte Galeria e Massimina, zone ad alta concentrazione industriale dove, oltre alla discarica, sono localizzati un deposito di carburanti, una raffineria e un impianto per rifiuti tossici ospedalieri.
Contro la contaminazione dei veleni di Malagrotta, l’Arpa denuncia da tempo l’importanza di pianificare misure di messa in sicurezza del sito e successivi interventi di bonifica ma, ogni giorno, continuano ad arrivare alla discarica 1300 camion carichi di spazzatura che riversano il loro contenuto su un’area di 200 ettari e, puntualmente, i valori-limite di ferro, manganese, nichel e arsenico che si riversano nei canali limitrofi, sono ampiamente superate.
Sulla catastrofica situazione di Malagrotta sarà informata compiutamente la «Direzione generale ambiente» dell’ Unione Europea, a cui il Presidente del Comitato Malagrotta Sergio Apollonio, ha inviato la relazione dell’Arpa, nella speranza di ottenere un intervento da Bruxelles contro la violazione delle direttive comunitarie.
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