GLI INCENTIVI ILLECITI DELLO STATO ITALIANO ALL'ENERGIA PRODOTTA CON GLI INCENERITORI. PARTECIPA ALLA VERTENZA PER RIAVERE INDIETRO IL 7% VERSATO IN QUESTI ANNI CON LA BOLLETTA DELL'ENERGIA ELETTRICA.
Ecologisti SPA organizzano a Bologna il 18 Gennaio 2010 un incontro pubblico. I processi di smaltimento tramite combustione di rifiuto urbano, residuo di raffinazione e scarto industriale, sono stati e sono ancora massicciamente incentivati dallo stato italiano nonostante il divieto imposto dalla legge europea (Direttiva 2001/77). Preziose risorse da dedicare alle vere fonti rinnovabili, pagate da tutti i cittadini sull'importo della bolletta ENEL (oltre il 7%), dal 1992 sono state invece illecitamente dirottate a petrolieri e inceneritoristi. La privatizzazione degli utili e la socializzazione delle perdite in Italia assume proporzioni inquietanti. L'incidenza dei tumori infantili cresce in Italia ad un ritmo annuo del 2%, un valore doppio rispetto al resto d'Europa. Per i bambini compresi tra 0 e 12 mesi di vita cresce addirittura al ritmo del 3,2% annuo, dato quest'ultimo certamente non imputabile al loro stile di vita. Nel 1991 l'Italia attraversava un periodo di carenza energetica. Per stimolare la produzione di energia, alternativa a quella fossile, sono stati introdotti i contributi CIP6/92. Tali fondi sono stati finanziati da tutti i titolari di utenza elettrica, che si sono visti aumentare l'importo delle bollette di oltre il 7%. Tutti, quindi, abbiamo contribuito a finanziare i CIP/6, ma solo pochi privilegiati ne hanno beneficiato: tra questi spiccano le raffinerie di petrolio e gli inceneritori di rifiuti. Solo per il 2006 l'importo dei CIP/6 è stato di 3,5 miliardi di euro. Il decreto 79 del 1999 ha creato il Gestore Servizi Elettrici (GSE) in sostituzione dell'ENEL nella gestione della rete elettrica. La Direttiva europea 2001/77 ha poi sancito che i rifiuti non biodegradabili fossero esclusi dagli incentivi. La legge italiana, col decreto 387 del 29/12/2003, non ha però recepito tale Direttiva e di conseguenza l'Europa ha aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia. La soluzione con lo stop agli incentivi, anche se in parte vanificata da alcune deroghe, è arrivata solo con la finanziaria 2007. Per questo, è un nostro diritto chiedere il rimborso dei nostri soldi utilizzati per incentivare attività non previste dalle norme europee, dal 2001 ad oggi. Intervengono: il Prof. PAUL CONNETT, docente di Chimica Generale, Chimica dell'Ambiente e Tossicologia alla St. Laurence University di New York; Gabriele Bollini, Rete Ecologista Bolognese; conduce Roberta Rendina, Presidente di Ecologisti SPA (Socialità per Azioni di Ecologia Attiva).
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