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21 novembre 2010

Ecco il nuovo Piano rifiuti della Regione targata Renata Polverini tra utopie sulla differenziata e certezze di nuovi impianti

Una bellissima utopia, portare la differenziata al 60% entro il 2011. Un rischio che in realtà è una certezza, legato a doppio filo proprio a questa utopia, ovvero la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento, oltre ai quattro confermati, se la differenziata non decolerrà.

Si può riassumere in queste poche righe il contenuto del nuovo Piano rifiuti della Regione Lazio, presentato ieri sera dal presidente Polverini. Un piano che di fatto ricalca quello di Marrazzo: quattro impianti di incenerimento a due linee ciascuno a Malagrotta (foto), Albano, San Vittore e Colleferro. Con due sole novità, dietro le quali, però, si potrebbero celare sorpese future: l’obiettivo della differenziata, fissato al 60% entro il 2011, e la trasformazione di tutto il terriotrio in un’unica Ato (invece di 5) che tradotto vuol dire che la Regione avrà l’ultima parola su tutto, gassificatori e discariche, azzerando la voce delle province.

Naturalmente l’incognita principale sulla strada della chiusura del ciclo dei rifiuti a Roma e nella nostra Regione è la realizzazione di un quinto termovalorizzatore. E’ infatti impensabile arrivare al 60% di differenziata entro un anno visto che oggi il Lazio è fermo al 21%. Non è un caso che a squarciare il velo di ipocrisia dietro a questo piano ci ha pensato oggi lo stesso sindaco: “Abbiamo già previsto con la Regione ed il ministero dell’Ambiente di chiedere una deroga, documentando l’impossibilità per Roma di arrivare al 65% di differenziata in poco tempo e chiedendo di costruire un nuovo impianto per poter chiudere le discariche”. Morale della favola? Il piano della Regione è utopico e poco trasparente, destinato ad essere modificato a breve con nuovi impianti di incenerimento…

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Tra gli altri elementi del Piano rifiuti spicca anche l’obietivo di ridurre la quantità di rifiuti che vengono conferiti in discarica dalle attuali 2,7 milioni di tonnellate ad 1 milione di tonnellate l’anno. Oggi, in attesa che entri in funzione la seconda linea di Malagrotta e San Vittore, e che riparta a pieno regime l’impianto di Colleferro, su una produzione di circa 3 milioni e 500 mila tonnellate di rifiuti l’anno, 2,7 milioni di tonnellate finiscono ancora in discarica, ovvero circa l’80%.

Il piano, come detto, prevede un Ato unica e soo 5 sub-Ato che corrispondono, con alcune distinzioni, ai territori delle province regionali. Ma questi sub ambiti saranno deputati ad organizzare solo i servizi di raccolta dei rifiuti urbani. L’ultima parola spetterà invece alla Regione. Di sicuro, “rassicura” l’assessore regionale con delega ai Rifiuti Di Paolo “non ci sarà l’esodo dei rifiuti romani per il Lazio, quelli della Capitale rimarranno nel sub ambito di pertinenza”.

Infine una domanda: nell’attesa di arrivare ad avere almeno 5 impianti di termovalorizzazione, dove andranno i rifiuti visto che Malagrotta è più che satura? Polverini, ma anche Alemanno, pensano ad una nuova discarica. Dove? Al momento non c’è ancora risposta seppur già circolino le prime ipotesi. Si parla di Fiano, Allumiere, Guidonia e altri 2 siti, dentro i confini capitolini: quasi tutte ex cave in disuso o di argilla, tufo e pozzolana localizzate a Procolo (a nord della via Aurelia, zona Castel di Guido), Monte Massa (nei pressi della Roma-Civitavecchia) e Porta Medaglia (tra l’Ardeatina e la Laurentina).

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